Disturbi sessuali
I Disturbi o Disfunzioni Sessuali sono caratterizzati da difficoltà psicologiche che ostacolano o impediscono il rapporto sessuale. Più specificamente, la persona con tali disturbi tende a vivere l’eventualità di un rapporto sessuale come un “evento problematico” che suscita emozioni negative (es. ansia, disgusto, sensi di colpa, vergogna, tristezza, rabbia) che, a loro volta, impediscono o ostacolano il rapporto stesso.
Affinché si possa parlare di disturbo sessuale, tuttavia, è necessario che le difficoltà percepite dal soggetto, nonché le relative implicazioni sul comportamento sessuale, si manifestino in maniera frequente, causando una consistente compromissione della sessualità ed una significativa sofferenza soggettiva.
Con il passare del tempo, inoltre, la frustrazione e lo stress causati da tali disturbi possono condizionare negativamente il rapporto con il/la partner, provocando crisi, separazioni o, più in generale, una progressiva riduzione dell’attività sessuale.
I disturbi sessuali possono essere meglio compresi se riferiti alle varie fasi che costituiscono il rapporto sessuale; tali fasi sono:
- Fase del desiderio, caratterizzata da fantasie che riguardano l’attività sessuale;
- Fase dell’eccitazione, che consiste in una sensazione soggettiva di piacere sessuale, accompagnata da concomitanti modificazioni fisiologiche (es. nell’uomo la tumescenza e l’erezione del pene; nella donna la vasocongestione pelvica, la lubrificazione e la dilatazione della vagina);
- Fase dell’orgasmo, picco di piacere sessuale che produce contrazioni ritmiche sia dei muscoli perineali che degli organi riproduttivi, generando l’allentamento della tensione psico-fisica dell’individuo;
- Fase della risoluzione, ossia la sensazione di rilassamento muscolare e di benessere generale che si sperimenta alla fine del rapporto.
Indice disturbi sessuali
Ciascuna di queste disfunzioni può essere presente fin dall’inizio dell’attività sessuale (disfunzione sessuale permanente o primaria) oppure svilupparsi dopo un periodo di sessualità vissuta “normalmente” (disfunzione sessuale acquisita o secondaria). Inoltre, può essere limitata a specifiche stimolazioni, situazioni o partner sessuali (disfunzione sessuale situazionale) oppure generalizzata a più contesti (disfunzione sessuale generalizzata).
Disturbi sessuali
Disturbo da Desiderio Ipoattivo:
La principale caratteristica del disturbo da desiderio sessuale ipoattivo è l’insufficienza o l’ assenza di fantasie sessuali o desiderio di attività sessuale precedentemente presenti. Tale disturbo provoca un notevole disagio alla persona che lo manifesta e comporta difficoltà interpersonali.
Il soggetto con desiderio sessuale ipoattivo viene descritto come scarsamente o addirittura non motivato a ricercare stimoli sessuali. Difficilmente inizia un’attività sessuale, a cui però potrebbe partecipare, seppur con riluttanza o poco interesse, ma solo se stimolato.
Le manifestazioni in cui questo disturbo si manifesta possono includere tutte le forme di attività sessuale oppure essere situazionali, limitate ad un partner specifico o ad una attività sessuale in particolare.
Lo sviluppo del disturbo avviene frequentemente durante l’età adulta, dopo un periodo di adeguato interesse sessuale ed è solitamente associato a disagio psicologico, eventi di vita stressanti o difficoltà interpersonali
Se la riduzione del desiderio sessuale si manifesta in modo occasionale, non persistente o ricorrente e non è accompagnato da significativo disagio o difficoltà interpersonali, non viene considerato un disturbo da desiderio sessuale ipoattivo.
Disturbo da Avversione Sessuale:
La caratteristica essenziale del disturbo da avversione sessuale è avversione e attivo evitamento, del contatto sessuale genitale con un partner sessuale.
La persona prova ansia, timore o disgusto quando si trova di fronte ad una opportunità sessuale con un partner. L’avversione al contatto genitale può essere focalizzata su un particolare aspetto dell’esperienza sessuale.
Il disturbo di manifesta in un persistente, ricorrente o episodico rifiuto, più o meno totale, dei rapporti e dei contatti sessuali. Tale rifiuto di può manifestare relativamente ad un particolare aspetto o estendersi a tutti gli stimoli sessuali.
Le reazioni del soggetto esposto allo stimolo sessuale possono variare di intensità e porsi su un continuum caratterizzato da un’ansia moderata con mancanza di piacere da un lato ed un’estrema sofferenza psicologica dall’altro .
Disturbi dell’eccitazione sessuale
Disturbo dell’Erezione nell’uomo o Disfunzione Erettile:
Il disturbo dell’erezione è caratterizzato da una persistente o ricorrente incapacità di raggiungere, o di mantenere, fino al completamento dell’attività sessuale, un’adeguata erezione.
I problemi erettivi possono manifestarsi a diversi livelli: alcuni presentano l’incapacità di avere l’erezione fin dall’inizio dell’approccio sessuale, altri lamentano di aver dapprima un’adeguata erezione e di perderla poi tentando la penetrazione.
Sebbene la capacità erettile durante la masturbazione o al risveglio venga spesso mantenuta, talvolta anche questa può venire meno.
Il disturbo dell’erezione si definisce:
- primario o permanente, quando si e’ manifestato fin dai primi tentativi di rapporti sessuali;
- secondario o acquisito quando insorge successivamente.
Si riscontrano inoltre forme in cui il disturbo è:
- situazionale, se si manifesta solo in certe situazioni o con una determinata partner;
- generalizzato, se non esistono appunto situazioni di funzionalità normale.
Le altre fasi della risposta sessuale, quali desiderio e orgasmo, possono mantenersi inalterate, per cui l’uomo può desiderare anche intensamente il rapporto sessuale ed eiaculare, avendo un orgasmo anche a pene flaccido o semiflaccido, o invece si possono presentare associate una perdita generale di libido e difficoltà eiaculatorie.
La disfunzione erettile e’ spesso il prodotto di un intreccio di fattori, ognuno dei quali, preso singolarmente può essere più o meno importante nel determinare la sindrome in quel particolare individuo.
Sul piano psicologico troviamo un arco ininterrotto di cause:
- Cause Immediate: vengono identificate nei fattori che sono in grado di pregiudicare appunto, nell’immediato,le reazioni dell’individuo impegnato in un comportamento sessuale;
- Paura dell’insuccesso : può essere basata su esperienze negative pregresse, su esagerata reattività ai normali cali di erezione durante i preliminari e il rapporto,su eccessiva attenzione al piacere della partner che pregiudica l’abbandono necessario e l’ascolto delle proprie sensazioni;
- Difficoltà a produrre un comportamento sessuale efficace: queste difficoltà possono basarsi sulla poca conoscenza delle dinamiche sessuali, causata talvolta dalla presenza di timori e sensi di colpa che ostacolano la sperimentazione e l’esplorazione della sessualità, e portano a produrre tecniche amatorie inadeguate e poco attente e sensibili.
Cause inerenti il rapporto di coppia:
• Rifiuto della partner: tutte le cause che possono portare a un rifiuto della partner, spesso non riconosciuto, possono essere causa di difficoltà erettili. Quando una persona non prova attrazione o addirittura repulsione per l’altra, su un piano fisico o psicologico, riesce naturalmente molto difficile, se non impossibile, funzionare sessualmente. Se l’uomo non ne e’ consapevole o ha ragioni che lo portano a rifiutare questa consapevolezza, può ritenere di essere portatore di un disturbo che in realtà rappresenta solo una normale reazione fisiologica.
• Proiezioni sulla partner: proiezioni di vissuti non derivanti dall’esperienza attuale dell’individuo ma da quella precedente con i genitori, che rendono difficile l’abbandono sessuale: ad es. l’immagine interna di una madre critica, autoritaria e punitiva rivissuta sulla partner, può sicuramente rendere più fragile la funzionalità sessuale.
• Mancanza di fiducia nella partner.
• Difficoltà nella comunicazione: una relazione sessuale riuscita implica spesso la possibilità di essere in grado di comunicare con sufficiente chiarezza i propri bisogni, desideri, emozioni, per cui ogni ostacolo nel fare questo può tradursi nella difficoltà a portare avanti adeguatamente la relazione.
Disturdo dell’eccitamento sessuale nella donna
L’eccitazione sessuale nasce dal desiderio, prepara l’orgasmo e produce un’attivazione generale dell’organismo corrispondente a un vissuto soggettivo di piacere sessuale.
Il disturbo dell’eccitamento femminile fa riferimento alla difficoltà di stimolazione sessuale nelle donne e è definito come persistente e ricorrente difficoltà nell’attività sessuale.
La caratteristica principale del disturbo dell’eccitamento femminile è l’incapacità di raggiungere e attraversare le fasi di una ‘normale’ eccitazione sessuale, ovvero la capacità di raggiungere e mantenere, fino al completamento dell’attività sessuale, una lubrificazione e/o tumescenza vaginale (gonfiore) adeguate, in risposta ad una eccitazione sessuale.
A differenza di quanto avviene normalmente, infatti, in questo tipo di disturbo, non si verifica un gonfiore dei genitali esterni né la lubrificazione vaginale. Ne consegue che spesso la donna affetta dal disturbo dell’eccitazione sessuale non percepisca alcuna sensazione di attivazione sessuale.
Nei casi in cui l’assenza di eccitazione è accompagnata da dolore nel corso del rapporto sessuale, è facile che la donna cominci ad evitare il contatto sessuale con il partner.
Il disturbo dell’eccitazione sessuale femminile si suddivide in:
- Permanente: quando la donna ha, da sempre, presentato la difficoltà;
- Acquisito: le difficoltà che riguardano la risposta di eccitazione sono insorte in seguito ad apprendimenti culturali ed esperienze personali negative che possono aver condizionato l’atteggiamento verso la sessualità;
- Generalizzato: la difficoltà a eccitarsi è presente costantemente e al variare dei partner;
- Situazionale: la difficoltà a eccitarsi è presente con un solo partner o solo in determinate circostanze ambientali.
- Il disturbo da eccitazione femminile è in genere riconducibile a varie cause:
- Scarso tono dei muscoli perivaginali (soprattutto pubo-coccigei): si presenta un’assenza di sensibilità sessuale nell’area vaginale che comporterebbe difficoltà di eccitamento e di orgasmo;
- Difficoltà nell’elaborazione di fantasie sessuali;
- Carenze ormonali (estrogeni e/o testosterone) e menopausa;
- Fobie sessuali specifiche;
- Scarse abilità sessuali della donna e/o del partner;
- Scarse abilità di comunicazione della coppia;
- Omofobia interiorizzata.
Disturbi dell’orgasmo
Eiaculazione precoce
L’eiaculazione precoce è caratterizzata da persistente o ricorrente insorgenza di orgasmo ed eiaculazione in seguito alla minima stimolazione sessuale; la condizione si può verificare prima, durante o immediatamente dopo la penetrazione ed insorge comunque prima che il soggetto lo desideri. Pertanto, elemento fondamentale è in questo senso la percezione di controllo sui tempi del processo eccitatorio e quindi del momento dell’eiaculazione.
Anche in questo caso devo essere considerati parametri rilevanti l’età del soggetto, la novità della situazione e del partner e la frequenza di attività sessuale.
E’ presente nel 30% della popolazione maschile ed è generalmente attribuibile a cause psicologiche.
Questo tipo di disturbo si osserva più frequentemente tra uomini giovani e si manifesta fin dai loro primi rapporti sessuali .Accade anche, tuttavia, che il disturbo insorga successivamente ad un periodo di funzionamento sessuale adeguato.
Eiaculazione Ritardata
Nella eiaculazione ritardata invece, si riscontra un persistente ritardo o assenza dell’orgasmo dopo una fase di normale eccitazione sessuale. Nella forma più comune l’uomo non può raggiungere l’orgasmo durante il rapporto sessuale, sebbene possa eiaculare a seguito di stimolazione manuale o orale da parte della partner.
Riferendoci invece alle situazioni in cui si manifesta, lo descriviamo come:
- generalizzato se e’ presente in tutte le situazioni, cioè masturbazione, rapporto sessuale, ecc.,
- situazionale se e’ invece presente in alcune situazioni e non in altre.
Anorgasmia o Frigidità nella Donna:
L’orgasmo femminile è definito, a livello fisiologico, come un riflesso generato dalla stimolazione dei nervi sensoriali localizzati nel clitoride, ma anche tramite impulsi provenienti da altre aree, tra cui l’accesso vaginale e i capezzoli.
A livello soggettivo le sensazioni solitamente riferite durante l’orgasmo, comprendono descrizioni quali “raggiungere l’acme”, provare l’accumularsi di una tensione e quindi liberarla, un senso di contrazione nell’area genitale e/o un periodo di elevata eccitazione seguita da un improvviso sollievo e rilassamento.
Le donne che riferiscono di non sapere se hanno mai raggiunto un orgasmo, non l’hanno certamente mai raggiunto e soffrono della cosiddetta anorgasmia. Un tempo tale disfunzione veniva chiamata frigidità; tuttavia tale termine è stato abbandonato perché poco scientifico e in un certo senso dispregiativo.
La quantità di stimolazione necessaria per promuovere l’orgasmo femminile varia notevolmente, non solo tra individui diversi, ma nella stessa donna in circostanze diverse (alcune donne riescono a raggiungere l’orgasmo con pochi movimenti coitali, mentre altre hanno bisogno di una lunga stimolazione del clitoride prima di poterlo raggiungere, pur non soffrendo di anorgasmia).
La caratteristica fondamentale del disturbo dell’orgasmo femminile è un persistente o ricorrente ritardo, o assenza, dell’orgasmo (anorgasmia) dopo una fase normale di eccitazione sessuale.
La donna soffre di disfunzione orgasmica primaria se non ha mai sperimentato un orgasmo (anorgasmia primaria); se viceversa il disturbo si è sviluppato dopo un periodo durante il quale la donna raggiungeva l’orgasmo normalmente, la disfunzione orgasmica si definisce secondaria (anorgasmia secondaria).
Tale disfunzione può essere assoluta (la donna non è in grado di raggiungere l’orgasmo né coitale né clitorideo in nessuna circostanza) o situazionale (la donna potrà raggiungere un orgasmo, ma solo in circostanze particolari e/o con particolari tipi di stimolazione non coitale).
Chi soffre di disfunzione orgasmica ha, generalmente, una normale spinta sessuale, una normale lubrificazione, prova piacere nei preliminari sessuali e, la penetrazione, è connotata da sensazioni erotiche gradevoli, anche se insufficienti a far scattare il riflesso.
Disturbi da dolore sessuale
Dispareunia, sia maschile che femminile
La dispareunia è un dolore genitale associato al rapporto sessuale. Sebbene si presenti più comunemente durante il coito, essa può anche insorgere prima o dopo il rapporto, sia nei maschi che nelle femmine.
Nelle femmine il dolore può essere descritto come superficiale durante la penetrazione o come profondo durante la spinta del pene.
L’intensità dei sintomi può variare da una lieve sensazione dolorosa ad un dolore intenso.
Nella maggioranza dei casi sono assenti anomalie genitali.
La ripetuta esperienza di dolore durante il coito può causare l’evitamento delle esperienze sessuali, la compromissione delle relazioni sessuali esistenti o la limitazione di nuove relazioni sessuali.
Il disturbo da dolore sessuale può essere acquisito o permanente, generalizzato a tutte le situazioni sessuali o situazionali, cioè presentarsi solo in determinate situazioni e/o condizioni sessuali.
Può essere inoltre dovuto a fattori psicologici o problematiche fisiche, compreso l’uso di sostanze, o ad una combinazione di questi.
Una tra le cause più frequenti potrebbe essere l’ostilità verso il partner che, non riuscendo ad esprimersi direttamente, trova sbocco nella somatizzazione dolorosa.
Altre cause sono state identificate nella paura della gravidanza, del sesso maschile, in una sorta di avversione verso il partner, nella presenza di una forte conflittualità di coppia, sensi di colpa, paura di lasciarsi andare, depressione e disturbi dell’immagine corporea.
L’incidenza maggiore della dispareunia femminile rispetto a quella maschile trova riscontro in esperienze dolorose fisiologiche la cui prerogativa resta appannaggio esclusivo della donna: mestruazioni, deflorazione, parto e menopausa. Tra le esperienze patologiche che non hanno normalmente un corrispettivo maschile basta citare lo stupro.
Sono abbastanza frequenti i casi di dispareunia post-partum, quelli che seguono un’isterectomia, una mastectomia o la menopausa: le manifestazioni dolorose in questi casi sono conseguenti alla sensazione di perdita, alla ribellione all’invecchiamento, alla malattia.
Vaginismo
Il vaginismo è caratterizzato da una ricorrente o persistente contrazione involontaria dei muscoli perineali che circondano il terzo esterno della vagina. La contrazione si manifesta durante i tentativi di qualunque tipo di penetrazione vaginale e può presentarsi in un forma lieve e indurre un certo livello di tensione o disagio, o in forme più gravi, che impediscono la penetrazione.
Talvolta è sufficiente il solo pensiero di penetrazione vaginale a provocare lo spasmo muscolare.
Le risposte sessuali (per es. desiderio, eccitazione, capacità di orgasmo) possono essere mantenute senza penetrazione.
La contrazione fisica dovuta allo spasmo muscolare di solito, anche se non sempre, impedisce il coito e in alcuni casi l’intensità della contrazione può essere così grave e prolungata da causare dolore.
La diagnosi viene fatta spesso durante la visita ginecologica, anche se in alcune donne il vaginismo si manifesta durante l’attività sessuale e non durante la visita ginecologica.
Il disturbo si riscontra più spesso in donne giovani piuttosto che mature, in donne con atteggiamenti negativi nei confronti del sesso e in donne con storie di abusi o traumi sessuali .
Il vaginismo ha di solito un esordio repentino, manifestandosi per la prima volta durante i primi tentativi di penetrazione sessuale da parte di un partner o durante la prima visita ginecologica.
Qualunque stimolo negativo associato all’atto sessuale o alla penetrazione vaginale può essere responsabile dell’acquisizione di questa reazione, a prescindere dal fatto che la paziente ne sia o no consapevole, in primo luogo il dolore fisico durante l’atto sessuale.
La Psicoterapia Cognitivo Comportamentale è considerato il trattamento di elezione per il trattamento delle Disfunzioni sessuali.
È stato dimostrato che i migliori risultati derivano proprio dall’applicazione delle tecniche di terapia cognitivo comportamentale ad ogni specifico disturbo, combinate con una ristrutturazione cognitiva dei pensieri disfunzionali legati al sesso, e talvolta in associazione con la somministrazione appropriata di farmaci. Tali tecniche consistono in esercizi volti ad ottenere un ri-addestramento graduale alle abilità compromesse. Si tratta di esercizi da svolgere “passo-dopo-passo” individualmente o, preferibilmente, in coppia. Sono senz’altro utili anche i self-help book e, laddove pertinente, il counseling di coppia.
Oltre poi all’analisi delle emozioni, delle credenze e dei pensieri alla base del comportamento in esame, nel trattamento verrà dato spazio anche all’acquisizione di una formazione adeguata sulla sessualità, tramite interventi di psicoeducazione.
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