
La supervisione psicologica nei servizi residenziali per anziani: uno strumento per permettere all’operatore si sintonizzarsi con se stesso e di entrare in relazione con gli altri in modo autentico.
Abbiamo chiesto al dott. Paolo Landi, psicologo-psicoterapeuta e supervisore presso LifeforLife Palazzo Belvedere di raccontarci l’importanza della supervisione psicologica nelle strutture residenziali.
“Per un operatore dei servizi residenziali per anziani, “essere bravo” significa essenzialmente essere capace di sintonizzarsi con l’altro.
Il personale delle residenze per anziani racchiude professionisti specializzati nella presa in carico di specifici bisogni intensi e capillari delle persone ospiti. Risulta così fondamentale il concetto di supervisione rivolto agli operatori oltretutto impegnati in una formazione continua atta ad ampliare specifiche capacità nello svolgere compiti che includono, oltre a cure sul piano tecnico, competenze sul piano emotivo-relazionale.
Una supervisione che diventa, attraverso i colloqui individuali o di gruppo, una vera opportunità di crescita e di miglioramento per l’intera equipe e per gli ospiti, destinatari finali del benessere degli operatori. Fondamentale, in quest’ottica, la possibilità di potenziare l’intelligenza emotiva e la capacità empatica degli operatori per sviluppare competenze interpersonali che aiutino ad interagire in modo più funzionale con se stessi e con gli altri.
L’assunto è che ci possiamo “mettere nei panni dell’altro” solo e soltanto se siamo capaci di sintonizzarci prima con noi stessi.
Gli operatori di una struttura residenziale geriatrica sono spesso mossi da una profonda motivazione ad aiutare l’altro e di riflesso a dare un senso attraverso l’aiuto alla propria vita.
Essere quindi sensibili al benessere dell’operatore rappresenta un punto di forza di una struttura residenziale”.
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